Puglia. Crisi idrica. Mazzarano al Molise: "Iniziative concordate possono risolvere problemi reciproci". Risponde AQP
È con uno spirito istituzionale e di collaborazione che il presidente della V Commissione, Michele Mazzarano, su sollecitazione dei consiglieri Tutolo e Barone, ha convocato un incontro con esponenti della Regione Molise per discutere delle possibili soluzioni alla grave crisi idrica regionale pugliese e delle potenzialità di collaborazione in riferimento alla condotta del Liscione.
La Condotta del Liscione, che prevede il trasferimento di acqua dalla diga del Liscione (Molise) alla Puglia, è un'opzione per affrontare la crisi idrica pugliese. Se realizzata, potrebbe fornire un'ulteriore fonte di approvvigionamento, soprattutto per le zone di Capitanata, alleviando la pressione sulle risorse locali. La condotta mira a utilizzare acqua in eccesso scaricata a mare dal Molise, anziché a prelevare acqua dai pozzi o dalle sorgenti pugliesi, le quali sono già sfruttate al massimo.
Affrontare l'emergenza idrica in Puglia, trasformando una potenziale criticità in un'opportunità di sviluppo condiviso con il Molise. È questa la proposta lanciata da Antonio Tutolo e dalla consigliera Rosa Barone.
L'obiettivo è quello di sedersi intorno a un tavolo per capire a fondo la questione della condotta del Liscione e valutare i grandi benefici che questa infrastruttura potrebbe portare sia alla Puglia che al Molise, superando divisioni e contese possibili.
Affrontando la questione oltre i confini regionali e puntando a realizzare i lavori per una condotta che possa portare vantaggi reciproci.
L’operazione permetterebbe non solo di soddisfare parte del fabbisogno idrico pugliese, in particolare della Capitanata, utilizzando acqua che altrimenti verrebbe riversata in mare (citando 70 milioni di metri cubi dal 12 marzo), ma anche di migliorare le infrastrutture e garantire un approvvigionamento più sicuro per il basso Molise.
La Puglia chiede semplicemente che l’acqua in eccesso che altrimenti andrebbe persa, possa essere utilizzata non intende certamente sottrarre risorse idriche essenziali al Molise. La proposta è quella di agire come alleate per fare pressione sul governo centrale al fine di ottenere i finanziamenti necessari.
All’incontro hanno partecipato Guido Massimo Sabusco consigliere regionale del Molise, la dirigente del servizio idrico Dina Verrecchia e un funzionario dello stesso servizio, Agostino Francischielli, che hanno concordato con le ipotesi di lavoro messe in campo.
Per Fabio Romito presidente della neonata Commissione per le risorse idriche sarebbe utile avviare un tavolo tecnico-politico per definire una visione comune e coordinata.
Il presidente Mazzarano raccomanda iniziative concordate nei rispettivi Consigli regionali, immaginando altresì che vengano sollecitati i reciproci Governi per l’istituzione di un tavolo nazionale allo scopo di ottenere interventi utili alla realizzazione di questa infrastruttura che darebbe un grande sollievo al fabbisogno idrico di entrambi i territori.
I dirigenti Aqp "Nessuna grave crisi di liquidità "
Alla presenza dei rappresentanti del Molise, intervenuti per l’incontro svolti in V Commissione, in Commissione speciale per la gestione delle risorse idriche presieduta da Fabio Romito, si è avuto un ulteriore confronto sulle esigenze dalla regione Puglia di ottenere acqua dal Molise, a scopo essenzialmente potabile, e del Molise, di dotare di infrastrutture per la distribuzione circa seimila ettari di territorio agricolo. Una richiesta, quella del Molise, rappresentata dal consigliere molisano Guido Massimo Sabusco, che, in termini di quantità inciderebbe per solo 18 milioni di metri cubi ma che per la regione è prioritaria rispetto alla richiesta pugliese. Alla Puglia, per il potabile, ha spiegato il direttore generale di Aqp Francesca Portincasa, di metri cubi ne servirebbero 30/40 milioni, che sarebbero sottratti al prelievo dalla diga di Occhito, al quel punto utilizzabili per l’irriguo. Il tutto a fronte di una media annua di circa 120mila metri cubi di acqua che dal Molise viene dispersa in mare.
Un quadro complesso da sviluppare, a partire dalle infrastrutture Liscione, impianto di Finocchito e diga di Occhito, per assicurare – ha spiegato Portincasa – la resilienza del sistema a fonte di cambiamenti climatici e imprevedibili modificazioni nella quantità e nella qualità dell’acqua negli invasi.
Portincasa ha fatto riferimento all’incontro tra il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, e il presidente Michele Emiliano, presso la sede di Acque del Sud, convocato dal Commissario straordinario nazionale Nicola Dell'Acqua per condividere la programmazione degli interventi. In quella sede sarebbe emersa l’ipotesi di spacchettare l’intervento di infrastrutturazione del Molise (condotta di adduzione per 14 chilometri e reti di distribuzione per tutti i 6mila ettari), procedendo alla sola adduzione e poi procedere per lotti da mille ettari sulla rete di distribuzione. In questo modo la condotta si avvicinerebbe alla Puglia alla quale resterebbe da completare con solo otto chilometri di condotta.
Sabusco ha ribadito che la Puglia dovrebbe contribuire all’infrastrutturazione molisana e che comunque sarebbe auspicabile individuazione di un unico finanziamento per l’intera opera.
"Resta il fatto che – ha fatto notare il consigliere Tutolo – se il Molise sta già portando avanti, per quanto possibile - il progetto, la Puglia non ha ancora uno studio di fattibilità aggiornato e utilizzabile".
E se lo scopo evidenziato sia in V Commissione sia nella Commisione emergenza idrica è quello di far convergere le volontà politiche dei governi regionali per far pressione sul governo nazionale, da un punto di vista tecnico – ha assicurato Portincasa – gli uffici stanno fornendo al commissario nazionale per l’emergenza idrica, quale cabina di regia, tutti dati necessari e le relazioni necessari all’individuazione delle misure necessarie.
I lavori hanno poi riguardato l’audizione di Aqp richiesta dal presidente Romito sulla “gestione delle risorse idriche e dei finanziamenti PNRR e FSC, al fine di acquisire elementi di chiarezza in merito alla denunciata grave situazione finanziaria emersa negli ultimi due anni che ha fatto lanciare l’allarme ad alcuni sindacati.
Il dirigente Antonio Braccio ha tranquillizzato la Commissione sulla gestione finanziaria. Innanzitutto perché – ha spiegato – la riduzione della disponibilità finanziaria è dovuta all’enorme incremento degli investimenti, che dal 2019 (pari a 160 milioni) si sono circa triplicati, superando i 550 milioni. Tutti investimenti che si sono sviluppati in tempi celeri ma collegati a erogazioni di fondi (Pnrr, Psc, React Eu, Mase, etc) sempre successivi rispetto all’effettiva realizzazione delle opere.
Pertanto, ha aggiunto Braccio “il ricorso a finanziamenti bancari di lungo termine, nel caso specifico finanziamenti da parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), è fisiologica per una società come Aqp che effettua investimenti infrastrutturali e di manutenzione degli asset in gestione anche al fine del mantenimento di una tariffa agli utenti contenuta”.
Inoltre, per far fronte alle esigenze determinate dal ritardo, quantificabili al momento in circa 100 milioni, Si si sta facendo una gara per la ricerca a di un istituto finanziario che possa garantire la copertura dei flussi, solo in caso di necessità .
Infine ha segnalato la riduzione, nell'ultimo trimetre, dell'indice di tempestività dei pagamenti, giunto ad un ritardo di 9,22 giorni risptto alle condizioni di pagamento, previste solitamente in 60 giorni.
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